Il mondo contemporaneo, in seguito al crollo progressivo e radicale de traduction - Il mondo contemporaneo, in seguito al crollo progressivo e radicale de Français comment dire

Il mondo contemporaneo, in seguito

Il mondo contemporaneo, in seguito al crollo progressivo e radicale dei sistemi politici ed economici di stampo socialista, successivamente all’ormai notorio anno del 1989 (che, oltre ad indicare la data storica dell’abbattimento del muro di Berlino, indica, anche, teoreticamente la nascita ufficiale del moderno neo-liberismo), é divenuto, quasi interamente schiavo di un unico e globale modello politico, sociale, economico, ma, soprattutto, culturale: il capitalismo. Il capitalismo, infatti, non si rivolge esclusivamente all’ambito dei rapporti economici di produzione e di potere (perpetuando la sua scellerata strategia della libertà di mercato e di privatizzazione del maggior numero possibile di beni e servizi, producendo l’effetto contraddittorio della creazione di un sistema apparentemente democratico dove, nei fatti, il dominio sociale appartiene ad oligarchie finanziarie), ma, specialmente, elargisce nelle coscienze umane la folle e sciagurata ideologia dell’illimitatezza. Il capitalismo, infatti, pone alla base del suo operare, propriamente, il principio della produzione senza limite, senza ordine, senza freno e senza possibilità; da questa costante il sistema di produzione del capitale trae la sua linfa vitale, sviluppandosi, proprio, a partire dall’imperativo assoluto della creazione ad oltranza (poco importa che gli effetti devastanti di questa mancanza di equilibrio si abbatta ineluttabilmente sull’ambiente, sulle fasce sociali più deboli e sulle strutture del pensiero in generale). La logica della non logica della produttività senza inibizione, senza controllo, del consumismo sfrenato, dagli anni sessanta del precedente secolo ad oggi (periodo storico nel quale l’industrializzazione globale é divenuta una costante mondiale quasi senza arresto), gli assetti del pensiero, della riflessione, del giudizio e dell’azione stessa si sono alterati, nelle coscienze degli individui, i quali si sono sottomessi, sempre più intensamente, ai principi dogmatici della nuova religione del capitale, fatta anch’essa di rituali e liturgie mistiche follemente irrazionali proprie dei sistemi religiosi secolari, a partire dalla scelta dei costumi, del lessico, dei comportamenti e della visione globale del mondo, ma, soprattutto, gravitante attorno all’unica etica morale della ricerca spasmodica di tutto ciò che travalichi il senso dell’equilibrio, della moderazione e del razionale (poiché il capitalismo, con le sue contraddizioni più profonde e il suo infantile perseguimento del successo finanziario, non é razionale e l’ordinamento del mondo e delle società entro logiche di limite ragionevole implicherebbe la conseguente caduta del complesso capitalista, che si sviluppa a partire dagli pseudo-valori della liberissima azione individuale). Le società occidentali post-industriali, infatti, rispetto a quelle antiche (ad esempio quella greco-Latina), sebbene anche queste ultime, per alcuni aspetti, fossero sostenute da primarie forme di capitalismo produttivo (ad esempio per quanto riguarda il commercio degli schiavi), hanno visto un progressivo dissolvimento della cultura dell’ordine universale e del limite come perfezione delle cose che aveva caratterizzato quasi tutta la filosofia e la cultura dell’antichità. Pitagora ed i pitagorici esaltavano il limite rispetto all’illuminismo ed Aristotele, ad esempio, parla di “Giusto mezzo”, inteso come equilibrio etico-morale nel compimento di determinate azioni, dettato dai rigorosi principi della ragione, la quale, per forza di cose, pone limiti ed imperativi nell’azione umana. Il limite, inoltre, nel mondo greco e latino in generale, era sinonimo di compimento riuscito delle cose, mentre l’illimitato di caos, disordine, ingiustizia, malvagità. Una bella opera d’arte, nei canoni di bellezza dell’uomo antico -nel corso della storia ai canoni di giudizio estetico, come molta cultura filosofica rende noto, sono cambiati considerevolmente, adattandosi, sempre, alle strutture socio-politiche-, era considerata tale se rispettava precise norme e precisi schemi di creazione, inserendosi in un contesto di pensiero di ordine universale delle parti.

Oggi, invece, questo senso di controllo razionale delle cose, questa strutturazione ore-definita della realtà, nell’era del capitalismo scellerato, sono divenuti, quasi, orpelli della mente da superare ed abbattere, poiché una democrazia, per dirsi realmente tale, deve procedere verso la liberalizzazione totale del soggetto, che deve potersi muovere nel mondo seguendo le vie dell’illimitato (tanto che limite, oggi, é sinonimo di mancanza, mentre illimitatezza, di successo e stile). Chi non possiede più alcun valore di riferimento, oggi, non é più un disorientato che, probabilmente, deve ancora prendere coscienza di quel che vorrà fare ed essere nel mondo, ma un emancipato (come se l’emancipazione non fosse più rappresentata dalla propria capacità di combattere per i propri ideali, concretizzandoli, il dal fatto stesso di non aver alcun ideale). Chi non rispetta più alcuna morale (che non dev’essere necessariamente quella religiosa, ma anche semplicemente una scala di valori filosofici), non é più considerato negativamente (chi non segue norme morali, probabilmente non possiede morale alcuna e nemmeno un pensiero ed una visione filosofica del mondo, probabilmente), ma un giusto, un moderno, un uomo di successo, che se ne infischia se attorno a sè esista un mondo, esistano rapporti sociali, esista una vita che meritano d’essere assorbiti in maniera più degna rispetto al semplice “fregarmene a-priori”. Negli stessi rapporti sociali ed, anche, mediatici, si nota questa aberrante deriva decadente dell’irrazionale: le trasmissioni televisive sono costellate di retoriche del turpiloquio senza limite, la frivolezza dell’irrazionale prevale sull’ ordine del razionale e non esiste nemmeno piú un canone di limite nelle esternazioni e dichiarazioni, tanto che il successo mediatico é determinato dalla capacità di esprimere i concetti meno sensati (sebbene siano provocatori) e non più trasmettere i messaggi piú sensati, razionali ed equilibrati. Nel mondo politico questa condizione si manifesta fenomenologicamente nei tormentoni retorici dei “grandi” leader, i quali ottengono ormai consensi non piú in relazione a quel che dicono ma al come lo dicono, e se la forma d’espressione é il piú irrazionale possibile, meglio ancora. Il capitalismo, in sintesi, ha prodotto, nelle coscienze umane un progressivo adattarsi alla morale dell’illimitato, una morale che, celandosi dietro alla bella apparenza dei principi della “libertà d’espressione (che in realtà rappresenterebbe altra cosa), distrugge ogni forma di controllo limitante del mondo, partendo dalla cultura e compiendosi definitivamente nella libera distruzione di ogni cosa, dall’ambiente, ai diritti sociali degli esseri umani. Nell’era della fede capitalista, poco importa che le scelte siano irrazionali e dannose all’intero sistema planetario, l’importante é che non siano dettate da alcun limite.
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Le monde contemporain, suite à l'effondrement du système politique et économique progressive et radicale, de moule socialiste, puis à la désormais tristement célèbre année 1989 (qui, en plus d'indiquer la date de la démolition du mur de Berlin, indique, même, théoriquement la naissance officielle du neo-libéralisme moderne), est devenu, presque entièrement esclave à un modèle politique unique et global, social, économique, mais surtout culturel : le capitalisme. Capitalisme, en fait, non seulement s'adresse à la portée des relations économiques de production et de la puissance (poursuit sa stratégie infâme de liberté du marché et de la privatisation du plus grand nombre de biens et services, produisant l'effet contradictoire de la création d'un système apparemment démocratique où, en fait, le domaine social appartient aux oligarchies financières), mais, surtout, dans la conscience humaine donne l'idéologie folle et voué d'illimitatezza. Capitalisme, en effet, poser à la base de son travail, le principe de production adéquate sans limite, sans ordre, sans freins et sans possibilités ; à cette production de capital constante système puise ses forces vives, développement, droit, à partir de l'impératif absolu de la création jusqu'au bout (il est indifférent que les effets dévastateurs de ce manque d'équilibre viendra inévitablement sur l'environnement, sur les groupes sociaux les plus faibles et les structures de la pensée en général). La logique de la logique pas de productivité sans inhibition, consumérisme incontrôlé, sans retenue, des années soixante du siècle passé (période historique dans laquelle industrialisation mondiale est devenue une constante globale presque sans s'arrêter), arrangements de pensée, de réflexion, de jugement et d'action se sont altérées, dans l'esprit des individus, qui sont soumis, de plus en plus intensément , principes dogmatiques de la nouvelle religion, qui est aussi faite de rituels et liturgies des mystiques systèmes follement irrationnels religieux laïques, à partir du choix des costumes, le vocabulaire, comportement et une vision globale du monde, mais, surtout, de l'éthique morale gravitaire seule de la spasmodiques recherche tout ce qui dépasse le sens de l'équilibre, modération et rationnelle (que le capitalisme avec ses contradictions profondes et sa poursuite enfantin de réussite financière, n'est pas rationnel et ordonner le monde et les sociétés au sein de la logique de limite raisonnable implique le complexe pro-capitaliste chute conséquente, qui se développe à partir de l'action individuelle de valeurs de pseudo-liberissima). Les sociétés occidentales post-industrielles, en fait, que pour ceux (comme le grec-Latin), bien que ce dernier, à certains égards, ils ont été pris en charge par les principales formes de capitalisme productif (p. ex. en ce qui concerne le commerce des esclaves), ont vu une dissolution progressive de l'ordre universel et de la limite comme la perfection des choses qui avaient caractérisé la majeure partie de la philosophie et de la culture de l'antiquité. Pythagore et les pythagoriciens ont loué la limite par rapport aux lumières et Aristote, par exemple, parle de « Droit signifie », comprise comme équilibre éthique-moral dans l'accomplissement de certaines actions, dictée par des principes stricts de la raison, qui, nécessairement, place des limites et des exigences dans l'action humaine. La limite aussi dans le monde grec et le Latin en général, était synonyme avec l'accomplissement réussi des choses, alors que le chaos illimité, injustice, désordre, méchanceté. Une belle oeuvre d'art, dans les canons de beauté de vieillard tout au long de l'histoire aux canons du jugement esthétique, comme beaucoup la culture philosophique fait connaître, ont changé considérablement, toujours s'adapter aux structures socio-politiques, était considérée comme telle un respecté des règles précises et si des motifs précis de la création, dans un contexte de pensée de l'ordre universel des parties.Aujourd'hui, cependant, ce sentiment de contrôle rationnel des choses, cette réalité heures-la structuration, à l'ère du capitalisme sont devenues tristement célèbre, presque, les signes extérieurs de l'esprit à surmonter et se décomposent, parce qu'une démocratie, pour être vraiment donc, il doit avancer vers la libéralisation totale du sujet, qui doit être capable de se déplacer dans le monde après les chemins de l'illimité (si bien que, aujourd'hui, est synonyme d'absence Pendant l'illimitatezza, de réussite et de style). Ceux qui ne possèdent pas de n'importe quelle valeur de référence aujourd'hui n'est pas plus un désorienté qui, probablement, est encore à prendre conscience de ce que vous voulez faire et être dans le monde mais un émancipé (comme si l'émancipation n'est plus représentée par sa capacité à se battre pour leurs idéaux, concretizzandoli, par le fait de ne pas avoir n'importe quel idéal). Qui ne respecte pas tout moral (ce qui ne faut pas nécessairement religieux, mais aussi tout simplement une échelle de valeurs philosophiques), on ne considère pas plus négativement (ceux qui ne suivent pas les normes morales, probablement n'a pas toute morale ou même une pensée et une vision philosophique du monde, sans doute), mais un droit, un design moderne, un homme réussi, ce qui m'inquiète pas si il y a une auto dans le monde entier , il y a des relations sociales, il y a une vie qui méritent d'être absorbé dans un plus digne que le simple "soins a-priori". Dans les relations sociales mêmes et, même, les médias, vous remarquez cette dérive décadente d'aberrant irrationnelle : les émissions sont bordées de rhétorique de prestation de serment, sans limite, la frivolité de l'irrationnel de rationnelle commander l'emporte et il y a même plus d'une limite de frais dans les expressions et instructions, afin que le succès médiatique est déterminé par la capacité d'exprimer des concepts moins sensibles (même si ils sont provocateurs) et ne plus envoyer de messages plus raisonnable , rationnelle et équilibrée. Dans le monde politique, que cette condition se manifeste phénoménologiquement de slogans rhétoriques de « grand » leader, qui maintenant n'obtenir aucun consensus plus par rapport à ce qu'ils disent, mais comment ils le disent, et si la forme d'expression est l'irrationnel peut, encore mieux. Capitalisme, bref, a produit, une conscience humaine progressive s'adaptent à unlimited morale, une morale qui, se cachant derrière le bel aspect des principes de la liberté d'expression "(qui vraiment serait quelque chose d'autre), détruit toute forme de régulation du monde, à partir de la culture et la destruction de compiendosi libre de tout, de l'environnement, les droits sociaux des êtres humains. À l'ère de la foi capitaliste, il importe peu que les choix sont irrationnelles et préjudiciable à l'ensemble du système planétaire, l'important est qu'ils ne sont pas dictées par aucune limite.
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Le monde contemporain, à la suite de l'effondrement des systèmes progressistes et radicaux politiques et économiques du socialisme, puis l'année désormais célèbre de 1989 (qui, outre indiquant la date historique du meurtre du mur de Berlin, des spectacles, aussi, en théorie la naissance officielle du néo-libéralisme moderne), est devenu presque entièrement un esclave à un seul modèle global et du capitalisme culturel politique, sociale, économique, mais par-dessus tout. Le capitalisme, en fait, ne vise pas exclusivement les relations économiques de la production et de la puissance (perpétuer sa stratégie néfaste de libre marché et la privatisation du plus grand nombre possible de biens et de services, produisant l'effet contradictoire de la création un système en apparence démocratique où, en fait, le domaine social appartient à oligarchies financières), mais, surtout, donne à la conscience humaine et la foule idéologie malheureux dell'illimitatezza. Le capitalisme, met en fait, à la base de son travail, justement, le principe de la production, sans limite, sans ordre, sans retenue et sans possibilité; ce capital du système de production constante tire sa force vitale, le développement, vraiment, que l'impératif absolu de la création à la fin amère (jamais l'esprit que les effets dévastateurs de ce manque d'équilibre seront abattre inéluctablement sur ​​l'environnement, sur les ailes faible sociale et les structures de la pensée en général). La logique de la non-logique de la productivité sans inhibition, sans contrôle, de consommation effrénée, les années soixante du siècle précédent à la présente (la période historique dans laquelle l'industrialisation mondiale est devenue un monde constant presque sans arrêt), les structures de la pensée, la réflexion, le jugement et l'action se sont modifiés, dans les consciences des individus, qui se sont soumis, de plus en plus intensément, les principes dogmatiques de la nouvelle religion de la capitale, a également fait des rituels et des liturgies de propre incroyablement irrationnelle mystiques séculaire systèmes religieux, en commençant par le choix des costumes, le vocabulaire, le comportement et la vision globale du monde, mais, surtout, gravitant autour les seuls éthique morale de la recherche frénétique de tout ce qui va au-delà du sens de l'équilibre, de modération et rationnelle (puisque le capitalisme, avec ses contradictions profondes et sa poursuite enfantin de la réussite financière, il est pas rationnel, et l'ordre du monde et les entreprises dans la logique de la limite raisonnable impliquerait la chute conséquente de l'ensemble capitaliste, qui est Il développe depuis les pseudo-valeurs de la plupart des actions individu libre). Les sociétés post-industrielles occidentales, en fait, que les anciens (comme le grec-latin), bien que ce dernier, à certains égards, ils ont été pris en charge par les plus grands formes de production capitaliste (par exemple en ce qui concerne le commerce des esclaves) , ils ont vu une dissolution progressive de la culture de l'ordre universel et la limite de la perfection des choses qui caractérisent la plupart de la philosophie et de la culture de l'antiquité. Pythagore et les Pythagoriciens vantant la limite par rapport aux Lumières et Aristote, par exemple, parle de "Doctrine de la moyenne", compris comme un équilibre de l'éthique et de la morale dans l'accomplissement de certaines actions, dictée par les principes stricts de la raison, qui, par la force des circonstances , il fixe les limites et les impératifs de l'action humaine. La limite aussi dans le monde grec et le latin en général, était synonyme de réussite des choses, alors que l'illimité chaos, le désordre, l'injustice, la méchanceté. Une belle œuvre d'art, dans les canons de la beauté de l'homme antique -dans le cours de l'histoire les canons de jugement esthétique, comme la culture beaucoup plus philosophique fait connaître, ont considérablement changé, l'adaptation, toujours, le socio-politiche-, a été considéré que si il respectait des règles précises et motifs précis de la création, montage dans un contexte de la pensée de l'ordre universel des parties. Aujourd'hui, cependant, ce sentiment de contrôle rationnel des choses, cette structuration d'une heure définie de la réalité, à l'époque du capitalisme méchant, sont devenus, presque, signes extérieurs de l'esprit pour surmonter et de briser, comme la démocratie, à vraiment dire qu'il doit procéder à la libéralisation totale du sujet, qui doit être capable de se déplacer dans le monde dans les voies de l'illimité (si cette limite, aujourd'hui, Il est synonyme d'échec, tandis que l'illimité, le succès et le style). Qui n'a plus aucune valeur de référence, aujourd'hui, est plus un désorienté qui devrait probablement encore conscients de ce qu'ils veulent faire et être dans le monde, mais un émancipé (comme si l'émancipation est plus représenté par sa propre capacité à se battre pour leurs idéaux, concretizzandoli, par le fait même qu'elle n'a pas d'idéal). Qui ne respecte pas plus morale (qui ne doivent pas être religieux, mais aussi tout simplement une échelle de valeurs philosophiques), est plus considérée négativement (qui ne suit pas les normes morales, n'a probablement pas de morale ou même une pensée et une vision monde philosophique, probablement), mais un droit, un homme qui a réussi moderne qui ne se soucient pas si il ya un monde autour de lui, il ya des relations sociales, il ya une vie qui méritent d'être absorbée plus digne que la simple »damner a priori". Dans les mêmes relations sociales et, également, les médias, il ya cette dérive aberrante irrationnelle décadents: émissions de télévision sont parsemés de rhétorique du langage grossier, sans limite, l'emporte sur la frivolité »afin irrationnelle de rationnel et il est encore plus frais limite dans les énoncés et déclarations, de sorte que le succès des médias est déterminée par la capacité à exprimer des concepts moins sensible (bien provocateurs) et non plus envoyer des messages plus sensibles, rationnel et équilibré. En politique, cette condition se manifeste phénoménologiquement dans la rhétorique des dirigeants accrocheur «grands», qui ne reçoivent pas plus de consensus aujourd'hui par rapport à ce qu'ils disent, mais comment ils le disent, et si la forme d'expression est la plus irrationnelle que possible, de mieux encore. Le capitalisme, en somme, a produit, dans la conscience humaine adapter progressivement à la morale de l'illimité, une morale qui en se cachant derrière la belle apparence des principes de "la liberté d'expression (qui représentent en fait d'autre), détruit toutes les formes limiter le contrôle du monde, à partir de la culture et enfin être remplies dans la destruction gratuite de tout, de l'environnement, les droits sociaux des êtres humains. Dans l'ère de la foi capitaliste, peu importe ce que les choix sont irrationnelle et préjudiciable à l'ensemble du système planétaire, la chose importante est qu'ils ne sont pas dictées par des limites.

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Le monde contemporain, à la suite de l'effondrement progressif et radical des systèmes politiques et économiques de socialiste, puis à la fameuse année de 1989 (qui, en plus d'indiquer la date historique de l'enlèvement du mur de Berlin, indique, même en théorie, la naissance officielle du néo-libéralisme moderne) et, aujourd'hui,Presque entièrement esclave pour un modèle exhaustif unique politique, social, économique, mais, par-dessus tout, culturel : le capitalisme. Le capitalisme, en fait, n'est pas exclusivement destinées à la portée des relations économiques de la production et de l'alimentation (perpétuer sa stratégie obscène la liberté du marché et la privatisation du plus grand nombre possible de biens et de services,La production de l'effet contradictoire de la création d'un système apparemment où effectivement démocratique, le domaine social appartient à des oligarchies financières), mais, surtout, élargissant les consciences humaines au neutre et l'idéologie misérable de désespoir. Le capitalisme, en fait, placée à la base de son travail, strictement parlant, le principe de la production sans limite,
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